Tilliette. Cristianesimo e modernità filosofica

La rivisitazione cristiana della modernità filosofica è il perno centrale che soggiace l’“apologetica” tilliettiana. Il modello di riferimento è quello tedesco, non francese, la linea che conduce da Kant a Hegel a Karl Rahner. La destra hegeliana, privilegiata dall’Autore, espelle l’illuminismo antropocentrico ed ateo della sinistra post-‘68. I nomi che Tilliette salva del paradigma francese sono quelli di Malebranche, Pascal e il primo Blondel. Sarebbe, tuttavia, la “svolta” di Hegel dopo la Fenomenologia, in direzione di una fede più “ortodossa” dal punto di vista cristiano, ad allontanare la cristologia filosofica dalla deriva gnostica contemporanea. Nel suo percorso, Tilliette tenta di ricucire lo “strappo” tra ragione e fede, proprio, con valutazioni opposte, sia della Neoscolastica antimoderna, sia del laicismo moderno. Il risultato è l’elaborazione di un pensiero, brillantemente ricostruito sul piano storico, che, volendosi mantenere in un rischioso equilibrio tra apriorismo ontologico e fattualità del dato rilevato, costituisce in realtà il polo complementare, di “destra”, di quell’esegesi critica che, da “sinistra”, divide radicalmente il Cristo storico dal Cristo della fede. In ambedue i poli il Gesù “reale” è perduto.

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Simone Stancampiano

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Già docente di Storia della filosofia moderna, è professore invitato di Filosofia della religione presso la Pontificia Università Antonianum di Roma. Dottore di ricerca in filosofia presso l’Università degli Studi Roma Tre (2005), collabora con la cattedra di Antropologia ed etica, dell’area di Filosofia morale, nel dipartimento di Scienze Umane dell’Università Lumsa di Roma. È coordinatore del Centro Lateranense Alti Studi.

Caratteristiche

Anno: 2019
Numero pagine: 224
ISBN: 978-88-382-4550-3
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